Sala Stampa

VERONA, GIORGIO FONTANA CON “UN SOLO PARADISO” (SELLERIO) VINCE L’EDIZIONE 2017 DEL PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE “SCRIVERE PER AMORE”

Nel segno dell’“amour fou” che la letteratura, e l’iconografia stessa di questo sentimento riportano alla città di Verona – e alla sua scespiriana e immortale ‘eroina’, Giulietta – giunge al suo epilogo la 22^ edizione del Premio letterario internazionale “Scrivere per amore” assegnato al giovane scrittore Giorgio Fontana per “Un solo paradiso” (Sellerio), un romanzo nel quale “amore è inestricabilmente passione, turbine che devasta e distrugge, fuoco incontrollabile”. Lo ha stabilito sabato 21 ottobre la prestigiosa Giuria del Premio, capitanata da Umberto Galimberti e composta dall’artista Milo Manara, dal matematico Furio Honsell, dall’antropologo Giorgio Manzi, dal magistrato Guido Papalia e dalla scrittrice Mariapia Veladiano, vincitrice dell’edizione 2016. «Ogni scelta è in qualche modo un atto violento – ha spiegato Umberto Galimberti, annunciando il vincitore nella cerimonia di proclamazione al Teatro Nuovo di Verona – I tre romanzi finalisti erano tutti meritevoli di un sincero riconoscimento. Il romanzo di Giorgio Fontana ci ricorda però che l’amore è follia, o come dice Platone: “divina follia” che non accetta mediazioni, ragionamenti, persuasioni, prudenze, consigli. E quando si spegne, l’amore se vuole restare all’altezza della sua folle intensità, non può che concludersi in tragedia, come il protagonista di “Un solo paradiso”».
Alla finale del Premio “Scrivere per Amore”, promosso dal Club di Giulietta con la Fondazione Pordenonelegge.it e con Crédit Agricole FriulAdria, Giorgio Fontana era arrivato in una terna che includeva anche Sandro Campani con “Il giro del miele” (Einaudi) e Sergio Claudio Perroni con “Il principio della carezza” (La nave di Teseo). Il vincitore, Giorgio Fontana, ha ricevuto il premio dalle mani di Giovanna Tamassia, presidente del Club di Giulietta, affiancata dal presidente della Fondazione Pordenonelegge.it Giovanni Pavan e da Roberto Zilio per Crédit Agricole FriulAdria.
Nel corso della serata, brillantemente condotta da Elisabetta Gallina con il direttore artistico del Premio Marco Ongaro, si sono avvicendate le intense letture di Paolo Valerio, direttore artistico del Teatro Nuovo di Verona, e gli interventi della Giuria che si è confrontata intorno ai temi dell’amore, e della sua narrazione, in un acceso talk. Con il fiato sospeso il pubblico in platea ha seguito la lecture di Umberto Galimberti, un’appassionante incursione legata al filo rosso delle “cose dell’amore”, tema fra i più coinvolgenti per tutti gli spettatori. E a proposito dello scrivere per amore il vincitore, Giorgio Fontana, Premio Campiello 2014, ha così dichiarato: «”Sempre sciocco, ingannato soverchiato, così, sempre, dev’essere l’amore”. Questo dice Adorno in un passo di Minima moralia, e dice bene: uno dei requisiti per scrivere d’amore (e per amore) è di cedere alla sua ingenuità. È un gesto che dovrebbe essere il contrario esatto del cinismo e della rassegnazione. Come nell’atto stesso di amare – un atto gratuito e rischioso – lo scrittore che ne parla dovrebbe offrirsi al lettore nudo, indifeso; dovrebbe appunto rischiare tutto. Questo non solo perché millenni di ottima letteratura d’amore gli pesano sulle spalle, ma perché di tutti i sentimenti umani è quello che oggi, mi sembra, richiede un margine ulteriore di purezza».
“Un solo paradiso” è una storia d’amore e dolore che nasce sottovoce e cresce, cadenzata dalla musica jazz, sullo sfondo di una Milano insolitamente amabile e familiare. È una vicenda come tante: un ragazzo e una ragazza che si innamorano quasi per gioco e che lentamente precipitano dentro al fuoco del sentimento, ma nella consuetudine letteraria odierna, fra tanti antieroi equipaggiati di cinismo, stipsi sentimentali e altre forme di resistenza all’amore, Alessio si staglia in tutta la sua statura di eroe tragico: un Orlando contemporaneo che perde il senno e che, in un crescendo di angoscia mortifera, trasforma la propria vita in una “morte in vita”, fino alla dissoluzione finale che tutti lascia increduli. Si, perché se è vero che “di amore non si muore”, questa pseudo-consolazione antiromantica non vale per Alessio. Dopo l’idillio iniziale è lui a subire, tanto più vulnerabile in quanto completamente spogliato della sua corazza, quella filosofia del “dolceamaro contentarsi” che evita preventivamente le delusioni scansando le illusioni. Ma, come evidenzia Fontana, la grigia mediocrità salvifica non protegge dall’uragano dell’amore quando esso arriva, e a nulla giova essere vaccinati se la malattia è il paradiso perduto. Con una storia semplice ma esemplare e una scrittura che ispeziona ogni piega del cuore astenendosi dal sentimentalismo con magistrale padronanza, Giorgio Fontana racconta l’amour fou, inevitabilmente collegato alla morte.
Il Premio letterario internazionale è realizzato con il patrocinio del Comune di Verona, della Provincia di Verona, della Regione Veneto e della Camera di Commercio di Verona, con il sostegno di Agsm, Amia, Fondazione Cattolica Assicurazioni, Cantina Gerardo Cesari, media partner Corriere Veneto, con la partnership inoltre del Teatro Nuovo, Hotel Due Torri, Circolo dei lettori, Biblioteca Civica.

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